domenica 14 settembre 2014

# The Listography Project

​Listography #9: Your biggest pet peeves

Direttamente dalla montagna, più precisamente da Cavalese in Val di Fiemme - Trentino, dove sono venuta a passare un fine settimana di relax e a gustarmi il Lago di Carezza e la Desmontegada, oggi torniamo al Listography. Al mio ritorno sappiate che dedicherò un post a questo splendido fine settimana, per parlarvi dei monti che mi hanno sorriso e delle caprette che mi hanno fatto "ciao". Sempre ammesso che non mi internino prima.

Ma veniamo al dunque:

Le cose che mi danno più fastidio sono cinque. Ce ne sono altre mille che mi urtano i nervi, ma queste cinque mi manderanno un giorno al manicomio. Giuro.

- Premesso che sono consapevole di essere una brutta persona perché non amo granché i bambini o gli esseri umani, ma gli animali sì: la prima cosa in assoluto che mi fa chiudere la vena è veder maltrattare un animale. Mi è successo più volte di litigare con il proprietario di un cane pizzicato a dargli un calcio o una strattonata violenta col guinzaglio. Esco completamente di testa e perdo il controllo di me stessa.

Ho sempre detto che se dovessi mai beccare qualcuno abbandonare un cane in autostrada (o peggio) andrei in galera col sorriso sulle labbra senza nemmeno l’ombra di un rimorso. 

- La seconda cosa che mi fa incazzare a morte è la gente che trae conclusioni da sola, basandosi su idiozie. Esempio, tanto per farvi capire: un amico di penna da molto tempo mi chiama. Io sono a Praga in metropolitana, e lì sotto il cellulare prende e non prende tanto che non mi è comparso nemmeno l’avviso della chiamata persa. Ebbene, torno in Italia e trovo una mail delirante di questo amico che mi accusa di non aver risposto al telefono di proposito, mi dice che c’è rimasto malissimo e impermalosito a morte ne snocciola di tutti i colori. Beh, l’ho mandato amorevolmente a giocare vicino al tombino. Che ve lo dico a fare? Stessa cosa, anni dopo, mi è successa su Skype. Non ho risposto a un messaggio di un amico perché avevo il pc acceso con Skype attivo, ma io ero sotto la doccia. Torno al pc dopo mezz’ora e lui stava delirando accusandomi di ignorarlo per chissà quale motivo.  

People, se avete un problema con qualcuno o anche solo un dubbio, prendete il viziaccio di imparare a chiedere delucidazioni, prima di farvi viaggi mentali tutti vostri, perché altrimenti la gente vi manda a cagare senza passare dal via, come faccio io.

- Una terza cosa che mi fa uscire di cervello è l’ignoranza di tipo gratuito. Altro esempio accadutomi davvero quando lavoravo nel negozio di informatica. Lo giuro sui miei gatti. Un cliente compra un monitor e, con la spina della corrente in mano, mi chiede: 

“E questo dove lo attacco?”

Ora. Dov’è la telecamera nascosta? Perché non ci credo. Non puoi essere così ignorante. Ce l’hai a casa un phon? Un frigorifero? Un televisore? Un cellulare? Un rasoio elettrico? Vanno tutti a onde mentali i tuoi elettrodomestici? E non rispondermi che non sei pratico di informatica perché ti tiro un cazzotto così forte che quando smetti di volteggiare devi comprarti un guardaroba nuovo visto che il tuo è ormai fuori moda.

- Il quarto motivo che mi manderà “ai matti”, è la domanda geniale alla Ale e Franz. Esempio: Sono in cucina che lavo i piatti, tu entri, mi guardi e mi chiedi:

“Hei, che fai?” 

Beh ciccio, non ti incazzare se poi la mia risposta è: “Sto tosando il barboncino”

O ancora… squilla il telefono fisso di casa. “Pronto?” E dall’altra parte: “Hei ciao, dove sei?”

“In Kenia, sto facendo un Safari a dorso di elefante.”

 Cristo.

 - L’ultima cosa che un giorno di questi mi vedrà costretta a un auto TSO d’urgenza è il boccalone. Colui o colei che, soprattutto su Facebook, condivide montagne di cazzate come scie chimiche, fini del mondo, photoshoppamenti vari, cure miracolose a suon di bicarbonato, complotti governativi e prove video improbabili. I peggiori in assoluto sono quelli che addirittura, convinti in questo modo di fare una cosa intelligente quando invece non fanno altro che comprovare la loro beata ignoranza, premettono “Non so se sia una bufala o meno, non ho verificato, lascio a voi il compito, ma visto che mi fido della fonte (che spesso e volentieri è www.èveroperchésì.com) la condivido perché la gente deve sapere!

Ecco, io a questi qua, che vi ricordo essere gli stessi che, armati di matita – di cui non si fidano – e tessera elettorale, vanno a votare, gli darei fuoco. 
Un bel falò. 
Una pira.

1 commento:

  1. Mi trovi d'accordo su tutto.
    L'immagine che hai messo comunque mi ha fatto pensare alle domande geniali che ti fanno ai colloqui di lavoro per vedere se sei motivata quando sei lì per fare le pulizie o la segretaria per un ufficio sconosciuto.

    "Perchè vuoi lavorare con noi?"
    "Oh sa, amo talmente tanto fare le pulizie che mi farei di Lysoform. / Ho sempre sognato di fare la segretaria in un'azienda che vende bulloni!"

    #truestory

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