giovedì 26 febbraio 2015

# Diario di viaggio # InterView

127.0.0.Paolo Leone - Globetrotter


Quest’oggi ho il piacere di ospitare nel mio blog una persona che, mannaggiaallapeppetta, non sapete quanto invidio. Sto parlando del mio ex collega Paolo Leone. Chissà, magari qualcuno di voi lo ha già sentito nominare, forse leggendo il suo nome sui giornali accanto a parole quasi sconosciute come downshifting o couchsurfing. Sì, perché Paolo, suo malgrado è diventato anche famoso.

Paolo ha preso una decisione importante e coraggiosa, una decisione che tutti noi abbiamo sognato di prendere almeno una volta nella vita. Io, ad esempio, ci penso ogni santo giorno. La decisione di mollare la famosa baracca e gli altrettanto famosi burattini e andare via. Attenzione però: non sto parlando di fuggire, ma semplicemente di andare, zaino in spalla, a conoscere il resto del mondo. Viaggiare, nel vero e unico senso della parola.

Paolo Leone, o Pleone per gli amici, è nato a Termoli, in Molise, 31 anni fa. Laureato in informatica, ha vissuto e lavorato a Bologna e per un periodo siamo stati colleghi. Spesso, come tutti noi, si è ritrovato a pensare di sprecare il suo tempo vivendo una vita piatta e monotona, ma il 7 luglio dell’anno appena trascorso, proprio il giorno del suo compleanno, non si è limitato a pensarlo di nuovo: questa volta ha proprio preso una decisione irrevocabile. 

Si è detto “Girerò il mondo in autostop”.

Paolo è partito a metà settembre del 2014 realizzando il sogno di molti. Vi chiederete come ha fatto. Beh, per prima cosa ha venduto auto e moto, ha lasciato il lavoro, ha disdetto il contratto di affitto e ha racimolato qualche soldo vendendo tutte le cose superflue che non gli servivano più. Ha comprato un bello zaino, una Gopro e lo stretto necessario per mettersi in marcia. Con una tenda, un notebook e il suo pollice all’insù è partito per il suo viaggio, il suo sogno. Ubriacarsi di vita, esperienze, conoscenza, culture, usi, costumi, sapori, colori e profumi. Paolo adesso è come un enorme libro bianco pronto ad accogliere le storie delle persone che incontra, pronto ad annotare il suo personale diario di bordo dove raccoglierà ciò che ha visto, toccato, mangiato e respirato. 


Paolo, ora, E’ il viaggio stesso. 

Il tramite che porterà noi sognatori un po’ vigliacchi a visitare il mondo insieme a lui, seguendo il suo itinerario tramite svariati canali come Facebook, Instagram, Twitter, Youtube e il suo blog.

Con i suoi immancabili occhiali da sole colorati che cambia a seconda del suo umore, passa da una città all’altra in autostop e non ha nessuna intenzione di fermarsi, almeno per ora.
Per molti potrebbe sembrare una follia, qualcuno storcerà il naso dicendo che se ha abbandonato un lavoro sicuro in tempo di crisi è un pazzo o un ingenuo, ma vi assicuro, perché un pochino lo conosco, che non è nessuna delle due cose. Paolo è una persona brillante, intelligente e con la testa saldamente attaccata al collo, oltre ad essere un professionista serio nel suo campo. Questa scelta è stata ponderata, preparata a tavolino prestando la dovuta attenzione a ogni dettaglio, dai vaccini necessari, all’alimentazione, ai documenti. Paolo è un sognatore, è vero, ma con i piedi per terra. 

Pensate che ha anche stilato una lista di dieci comandamenti da seguire a tutti i costi. Eccoli qua: 

  • Durata minima del viaggio: 6 mesi. Non si torna indietro, se non per gravi accadimenti. La durata massima non è specificata.
  • Si viaggia in autostop. Si paga lo spostamento solo in casi estremi come:
    a. Traversata oceanica (se non si può tramite lavoro in barca, si va in aereo)
    b. Infortuni, condizioni di salute, emergenza
  • L’alloggio deve necessariamente essere trovato tramite amici, couchsurfing o presso ostelli (possibilmente pagati in cambio di lavoro).
  • Il cibo deve essere a km zero. Limitare il più possibile fast food e catene, a meno di pranzi offerti, fame estrema o finanze in rosso.
  • Finanze: il budget iniziale sarà dettato dalla vendita dell’auto, della moto e delle chincaglierie in casa. Quel budget potrà essere incrementato solo tramite lavori durante il viaggio o donazioni. Se finiscono i soldi si torna a casa.
  • Il blog va costantemente aggiornato, con post e con i check-in nei vari luoghi visitati.
  • Ogni buona azione va premiata: chi mi aiuterà finirà per direttissima nella pagina dei ringraziamenti.
  • Tutte le cartoline promesse (vedi la pagina apposita per capire meglio) vanno spedite.
  • Nelle foto devo avere sempre un paio di occhiali da sole in testa.
  • Sentire la mia famiglia almeno una volta a settimana.

“…capisco che prima di stare bene con gli altri e con il mondo, devo stare bene con me stesso. Ho voglia di ubriacarmi di vita, di conoscere tutto e tutti. Quello che accadrà dopo non mi importa e non mi spaventa. So che il futuro mi si presenterà sotto forme diverse, sono fiducioso e allo stesso tempo ansioso. Non vedo l’ora di partire. E quindi che viaggio intorno al mondo sia, in autostop.”



Bene, sentiamo dalla viva voce di Paolo, come sta andando il suo viaggio.

Ciao, hello, salut, ¡hola!, olá e ora anche salam alikoum, Paolo! Grazie infinite di aver dedicato del tempo a questa intervista e la prima domanda che ti faccio è: in che città sei adesso, di preciso? E dove stai poggiando le chiappe in questo momento? Un divano? Un bar? Una panchina? I gradini di una cattedrale? Insomma, where are you, now?

Serena, grazie a te per esserti interessata alla mia storia :)
Ora sto seduto su una panchina del lungomare di Puerto de la Cruz, a Tenerife. Davanti a me c'è il mare (piuttosto agitato) e una distesa di sabbia nera, vulcanica. 
Non c'è il sole che speravo, ma l'inverno è mite e mi permette di rilassarmi e di godermi degli splendidi paesaggi.

Ci spieghi, con parole semplici, che cos’è il downshifting?

Per farla semplicissima: il downshifting è una filosofia di vita che si basa sulla diminuzione del carico di lavoro a favore di più tempo libero per se stessi. Quindi mettere da parte ambiziosissime carriere per tornare a fare ciò che ci fa stare davvero bene. Bisogna stare attenti a non confondere downshifting con pigrizia: lavorare meno NON significa girarsi i pollici. Semplicemente alcune ore che avrei dedicato a fare siti web di biscotti, ora le utilizzo per fare foto e viaggiare.
Questo mi rende molto più felice e soddisfatto, sicuramente più squattrinato, ma non mi importa... la felicità non si compra al mercato.

E il couchsurfing?

Letteralmente significa “navigare sul divano”  e in pratica è un sistema per mettere in contatto i viaggiatori di tutto il mondo al fine di aiutarsi a vicenda.
Chi ospita non chiede alcun compenso per il posto che offre, ma il surfer solitamente ricambia l’ospitalità in ogni modo possibile: aiuto nelle pulizie, cucina, condividendo racconti di viaggio, insegnando la propria lingua …
La cosa importante del couchsurfing è capirne lo spirito: se viaggi, hai sicuramente qualcosa da condividere con chi ti accoglie in casa. Se ospiti hai sicuramente qualcosa da imparare da chi sta viaggiando.

Nel mio piccolo, ho condiviso alcuni consigli basati sulla mia esperienza su come trovare da dormire sul mio blog :)



Da quando sei partito, qual è stato più o meno il tuo itinerario? 

Sono partito da Termoli, la mia città natale, e mi sono diretto in Svizzera, poi scendendo giù per la Francia per sbarcare in Spagna dove sono rimasto un bel po'.
Dopo la Spagna ho fatto un salto in Portogallo per poi tornare nuovamente in Spagna prima di sbarcare per la prima volta in Africa per tre lunghe settimane in Marocco. 
Ed ora eccomi qui, alle Canarie... ma il bello deve ancora venire :)
Qui c'è la lista completa delle città che ho visitato fin ora :)

Quando hai detto ad amici e parenti che saresti partito da solo in autostop per girare il mondo, qual è stata la reazione generale? Pensi ci sia stata più comprensione o condiscendenza?

La prima volta che sono tornato a casa per comunicarlo sono rimasto sorpreso dalla reazione dei miei genitori: pensavo che mi avrebbero dato del matto o comunque sarebbero rimasti un po’ “delusi”. E invece no.

Mi madre mi ha detto: “se è quello che ti fa felice, vai. Sarò felice anche io”.

Mio padre invece: “ma quindi non torni a Natale?”

Di fronte a tanta comprensione e amore non ho potuto fare altro che rimanere a bocca aperta. E ho davvero capito che avrei avuto il supporto di tutti.
Mio padre mi ha anche intagliato un “amuleto” portafortuna. L’ha fatto lui, in legno, scrivendoci sopra queste parole “Tanta fortuna e serenità dal tuo papà”. L’ho attaccato allo zaino.

E ora entrambi mi seguono e commentano su Facebook.

Per i miei amici invece è stato molto più scontata la reazione: tutti mi hanno spinto e incitato, quasi stessi realizzando qualcosa non per me, ma per tutti. E forse è davvero così :)
Una frase che mi ha fatto molto ridere è stata: "ecco, finalmente. Questa è una cosa da Paolo Leone!" :D




Ci elenchi cosa c'è in quello zaino che hai sulle spalle?

Certe volte penso sia tanta roba, ma poi mi ricordo che è tutto quello che ho al momento... La mia "casa" praticamente :)
- Computer
- Qualche medicina di emergenza (mal di pancia, punture, ...)
- Qualche vestito (non così tanti)
- Macchina fotografica, cellulare e cavetti vari
- Un tagliacapelli/barba
- Una tenda
- Un sacco a pelo
- Infradito
- Sapone di marsiglia per lavare a mano
- Taaaaante lenti a contatto giornaliere
- 3 paia di occhiali da sole
- Un quaderno per scrivere
- Un pennarello che uso per scrivere i cartelli degli autostop
- Le mie "hello card"
- Un adattatore per le prese elettriche

So che non ami fare progetti a lungo termine e che vivi molto alla giornata, ma c’è un posto dove andrai sicuramente, anche se non sai ancora quando? Una tappa, diciamo, obbligatoria?

Ce ne sono tanti in realtà... ma quello dove sicuramente andrò è l'Australia. Ho già fatto il visto (il Working Holiday) e so che sarò lì entro i primi di giugno.
E' da sempre uno dei miei sogni e presto sarò lì, non vedo l'ora.

Per il momento, fra i vari posti che hai avuto modo di visitare, quale ti ha colpito di più e perché?

Una domanda che mi hanno fatto in molti. Ma sinceramente, a oggi, la risposta è sempre la stessa: non ci sono posti che mi sono piaciuti di più o di meno. Sono tutti posti diversi, ogni città ha la sua storia e i suoi abitanti.
Proprio per questo motivo non c'è un posto che mi ha colpito di più, ma c'è solo il prossimo che mi aspetta per continuare a farmi innamorare di questo mondo inesplorato :)

Ci racconti un aneddoto, un piccolo fatto, che ti ha toccato in modo particolare?

Non è un aneddoto in particolare, ma mi piace parlare della "umanità ritrovata". Girando qui e là ho trovato tantissime persone disposte ad aiutarmi solo per il semplice piacere di farlo. Offrire una casa, un pasto, un sorriso a uno sconosciuto. Una cosa fuori dal normale? No. Ora per me è la normalità, ed è quello che mi spinge a continuare.
Al di fuori della vita di tutti giorni c'è la gente fuori dal normale, la gente non ordinaria. La gente straordinaria.



Come e cosa si mangia in giro per il mondo? 

Spesso (anzi sempre) mi manca la cucina italiana. E' vero che si trovano tanti ristoranti e pizzerie italiane... ma non è la stessa cosa :)
Di solito non mangio al ristorante, anche perchè spenderei troppo, ma mi affido alla mia cucina (quando sono in ostello) o a quella dei miei ospiti (in couchsurfing).
Spesso mi capita anche di mangiare al volo, facendo un po' di acquisti al supermercato.
Per questo motivo sono riuscito a trovare un compromesso tra gusto e bisogno e  in 3 mesi ho perso due taglie… La miglior dieta, no? :D

Sul mio blog ho anche scritto una lista di 10 consigli proprio sul mangiare facendo il giramondo ;)

In media quanto spendi al giorno per vivere?

Dipende ovviamente dal luogo in cui ci si trova. Però non vado oltre i 25 Euro tutto compreso. E non mi faccio mancare niente. Confrontato a una vita "normale", spendo la metà e mi diverto il doppio :)

Le volte che ho cercato di immaginare un viaggio come il tuo, quando ho tentato di mettermi nei tuoi panni, la prima emozione che mi ha colto è stata la paura della solitudine. Quella sottile sensazione di panico che arriva quando si è completamente soli in un angolo del mondo lontano e sconosciuto. Ti capita mai mentre viaggi?

Ma magari rimanessi solo! :D
Viaggiando soli, spesso capita il contrario: non si è mai soli! Tra autostop, couchsurfing, ostelli... sono sempre in compagnia di qualcuno con cui parlare e condividere avventure. Più di una volta mi è capitato di trovare compagni di viaggio con cui macinare km ;)
Da 15 giorni, inoltre, anche Arianna (la mia ragazza) ha deciso di unirsi a me, quindi ora la solitudine proprio non mi tange ;)


Affetti a parte, qual è la cosa che ti manca di più in assoluto della tua vecchia vita?

Se dico niente si offende qualcuno? :D

E’ facile immaginare gli aspetti meravigliosi del tuo viaggio, ma non è altrettanto facile immaginare quali siano gli aspetti negativi. Ce ne parli un pochino?

Beh ce ne sono un po', ovviamente. Proprio in questi giorni sto soffrendo a causa un po' di seccature: un fungo sul collo che dopo 3 settimane di cura non accenna a morire, un inizio di unghia incarnita sul piede destro e un dente che fa un po' male.
Per non parlare del pollice con un taglio di 1 cm (unghia compresa) per via di un piccolo incidente con il coltello svizzero (è proprio vero che sono maledettamente affilati...).
Diciamo che di inconvenienti ce ne sono tanti, ma fanno parte del viaggio stesso. Dico sempre che sono "felice" di avere episodi negativi, perché dopo, tutto torna più in discesa di prima e diventano solo parte del racconto, nonché di esperienza :)

Le domande che vorrei farti sono ancora mille, ma mi fermerò qua, con l'ultima della lista. Daresti due consigli a chi vuole intraprendere un viaggio come il tuo? Qual è la primissima cosa da fare e qual è quella da evitare assolutamente?

La primissima cosa da fare è chiudersi un'ora in stanza, da solo, facendo finta di essere già in viaggio. Immaginare che fuori c'è un mondo sconosciuto, una lingua sconosciuta e nessuno che conosci. Se ti senti pronto, allora spalanca la porta e inizia a fare le valigie. Non bisogna avere nessuna esitazione, perché sennò si entra nel tunnel del "ok parto non appena..."  e poi quel non appena non arriva mai.

Quella da evitare è chiedere consiglio a qualcuno: nessuno ti conosce meglio di te stesso, ma soprattutto un viaggio di questo tipo è tuo e di nessun altro. La tua scelta può piacere o no, ma sei tu che prendi la decisione, non bisogna sperare che qualcun altro possa capire il bisogno di lasciare tutto e partire.

Un abbraccio, Paolo ;)
Corriere della Sera

Chi fosse interessato a fare una piccola donazione, a sponsorizzare, a richiedere una cartolina virtuale o a contattare Paolo per qualunque motivo, può farlo dal suo blog GLOBETROTTER

Buon viaggio a tutti! 

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