sabato 30 maggio 2015

# Diario di viaggio # Guatemala

127.0.0.Tikal, Guatemala - Giorno 4


Città del Guatemala, aeroporto La Aurora, Terminal della Taca
13 Aprile 2007 Ore 06.07 AM

La sveglia ha suonato alle 03.45 di notte e dopo una breve e poco rigenerante dormita, siamo scesi a far colazione alle 04.00, per la gioia dello staff dell’hotel al quale abbiamo scombussolato sicuramente i turni di lavoro, uscendo in strada all’alba; erano le 05.00 AM.

In questo momento ci troviamo sull’Airbus A319 della compagnia aerea Taca che ci porterà a Flores e stiamo vedendo albeggiare (sono le sei di mattina!); siamo appena saliti e attendiamo il decollo.

Mi chiedo se possiamo chiamare "aeroporto" il Terminal della Taca che effettua voli interni, visto che è venuto il “custode” ad aprirci con le chiavi ^^’
Al varco ci hanno fatto togliere persino le scarpe. Ci hanno sequestrato gli accendini, ma non a tutti. A uno di noi hanno fatto storie per la soluzione salina delle lenti a contatto, ma a un altro non hanno detto nulla per due bottiglie d’acqua da mezzo litro ciascuna. Mah, che razza di sicurezza raffazzonata che hanno in questa città… pensate che la sala d’attesa di questa compagnia è grande come camera mia e le sedie per i passeggeri sono di plastica bianca, da giardino!

Il volo su questo trabiccolo durerà circa un'ora, ma siamo più che altro preoccupati per il ritorno (sempre ammesso di non precipitare prima ^^), perché ben sei di noi hanno solo la prenotazione, ma non la carta d’imbarco. E’ pure venerdì 13 :)

Speriamo che le cose continuino ad andare per il verso giusto… a tal proposito vi racconto questa: sia ieri mattina che ieri l’altro, a Città del Messico, ho creduto di avvertire distintamente due belle scosse di terremoto.
Pochi minuti fa ho avuto conferma della cosa, dalle telefonate di alcuni parenti preoccupati in Italia che ci hanno parlato di qualcosa come 6.2 gradi della scala Richter, non molte ore fa, quando ormai noi eravamo già arrivati in Guatemala. Per fortuna la scossa ha fatto qualche danno, ma nessun morto; la gente si è riversata tutta in strada.
Ero certa che non fossero le mie gambe a tremare per la salita sulle piramidi di Teotihuacan, era troppo netta la sensazione del pavimento che si sposta sotto i piedi, ma la totale assenza di reazioni dei messicani al bar dell’hotel mi ha fatto pensare di aver sognato. Loro ci sono certamente abituati, considerando che Città del Messico è zona altamente sismica, ma io no.


Sta accadendo qualcosa di strano mentre scrivo; dal sistema di areazione dell’aereo sta uscendo una sostanza gassosa e molto vistosa, che un nostro compagno di viaggio (battezzato da me Indiana, visto quanto ha girato il mondo) ha riconosciuto come disinfettante. Mai visto prima, quanto meno mai ad occhio nudo così chiaramente. Tra poco decolliamo, sta anche iniziando a piovere nonostante il bel sole che sta sorgendo alla mia destra, rosso in mezzo alle nuvole grigie.

Ieri sera abbiamo cenato benissimo al ristorante dell’albergo spendendo 400 Quetzal, o ‘quintali’ come li abbiamo soprannominati, che corrispondono circa a 24 Euro in due. 

Il nostro Indiana è una barzelletta vivente, sia perché è simpatico da morire, sia perché racconta barzellette a raffica, ne conosce centinaia… non so davvero come faccia. Ne ha appena detta una sugli aerei (che cadono… glom ^^) e passaporti arrotolati e ficcati nel… ahem ^^’, che calza a pennello con la situazione attuale. Siamo tutti cappottati dal ridere con le lacrime, questo gruppo sembra una scolaresca di bambini, altro che un tour di adulti. Ecco la “demostracion de siguridad” della hostess. Si parte tra cinque minuti, il tempo di rollare sulla pista!

Mantenga su cinturon abrochado, chaleco salvavidas debajo de su asiento, vamos a Tikal amigos! Facciamo le cornaaaa!!!


Ore 23.25

Siamo finalmente a letto… E’ stata una giornata lunghissima, ma soprattutto caldissima e mostruosamente faticosa. Da raccontare ci sarebbero almeno venti pagine di diario. Tikal è una cosa spettacolare. Capisco perché ci hanno girato Star Wars: perché sembra di essere su un altro pianeta. Ora sono davvero stanca quindi descriverò il tutto una volta tornata in Italia. Buenas Noches a los todos!





Tikal, Flores, Guatemala (scritto in differita)


Siamo atterrati senza problemi nel piccolo aeroporto di Flores e con un altrettanto piccolo pullman ci siamo diretti verso il Dipartimeno di Petén, dove si trova Tikal, e che dista circa 30 chilometri.

Non potete capire il caldo che fa. Si respira acqua, non aria. E’ una cosa indescrivibile. Non penso di aver mai sentito un caldo simile. E’ dannatamente umido e afoso ed è scientificamente impossibile non inzuppare i vestiti di sudore. Marzo, aprile e maggio sono i tre mesi estivi e le temperature possono raggiungere i 50 gradi con il 100% di umidità. Oggi abbiamo abbondantemente passato i 40 e c'è davvero il 100% di umidità.


In occasione della visita a Tikal, abbiamo avuto una guida diversa e Rafael ha gentilmente lasciato il posto all’enciclopedia vivente Carlos Garcìa; un personaggio unico, con una risposta a qualsiasi domanda possa saltare in mente, che ci ripeteva in continuazione di bere, di idratarci per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi con la sudorazione. Chissà quanti turisti sono svenuti di fronte al suo sorriso divertito. Non faccio nessuna fatica a immaginarlo. Credo che ne abbia visti parecchi cadergli ai piedi come mosche.
Carlos è stato uno degli “aspetti” che ho amato di più in questo viaggio, al punto da scrivere un racconto breve che parla anche di lui. Chissà, magari un giorno lo pubblicherò qua sul blog. E' un amante dei detti popolari e spesso coglieva l'occasione per citarne qualcuno, scatenando l'ilarità di tutto il gruppo. Pensate che ha avuto il triste compito di fare da guida al nostro ex presidente del consiglio, proprietario del povero Dudu. :)


Carlos
Carlos lavora come guida per la Aventuras Mayas, tour operator che vi consiglio caldamente.

A tutti voi sarà capitato di vedere qualche fotografia, o magari un documentario, su questo sito Maya che si può tranquillamente definire il più importante del mondo, ma vi posso assicurare che dal vivo è tutta un’altra cosa.

Si tratta della più estesa delle antiche città Maya, attualmente in rovina, che ora fa parte del Parco Nazionale di Tikal, patrimonio dell’UNESCO, situato a metà strada fra il nord dello Yucatan e il Pacifico e tra il Golfo del Messico e il Mar Caribe.

Le “rovine”, che risalgono al 600 a.C. (parliamo di un popolo pre-Maya che si stabilì in quella zona e che diede vita a tutto il resto) si trovano immerse nella foresta pluviale, costituita da cedri tropicali, mogano e Ceiba, albero sacro ai Maya, chiamato anche albero della vita. La Ceiba che accoglie i visitatori di Tikal in particolare, è alta più di 35 metri e il suo tronco ha un diametro di oltre 4 metri. Non sono riuscita a farla stare tutta in foto. E' pazzesca. Guardate qua, come sono piccolina :)


Nella giungla vivono anche moltissime specie diverse di animali più o meno pericolosi come scimmie urlatrici, scimmie ragno, tarantole, pavoni, tucani, pappagalli, giaguari, pantere, puma, ocelot, cervi, coccodrilli, serpenti velenosi, avvoltoi, tapiri, procioni, iguana e molto, molto altro.

Tikal, fortunatamente non fu distrutta, ma semplicemente abbandonata e rimase intatta e sepolta sotto un intricato strato di vegetazione per circa 1000 anni. 

Tranquilli, eviterò di raccontarvi l’affascinante Tikal fin nei minimi dettagli e passerò, invece, a illustrarvi cosa mi ha colpito personalmente.

Prima di tutto l’aspetto “cosmico” della città, profondamente legato alla volta celeste. 

In secondo luogo le dimensioni (176 km quadrati): nel massimo splendore Tikal annoverava circa 200 templi di straordinaria grandezza e stile e le sue dimensioni anche attuali restano immense, nonostante delle 10.000 costruzioni inghiottite dalla giungla, sembra che solo il 20% sia stato riportato alla luce. E’ possibile camminare a lungo in mezzo alla foresta pluviale senza incontrare nemmeno una rovina, per poi svoltare alla fine di un sentiero e piombare nel centro di una distesa piena zeppa di templi ed edifici. Tanto per farvi capire quanto è grande, vi dico che dall'ingresso del parco al centro visitatori ci sono 17 chilometri!

Ho amato il momento nel quale il maestoso e gigantesco Tempio del Giaguaro ha fatto capolino alla fine di un tunnel rigoglioso in mezzo alla giungla. Un’inattesa visione ha riempito i miei occhi e l’impatto visivo, vi assicuro, è clamoroso. Ricordo ancora la reazione dei miei compagni di viaggio che in coro hanno esclamato un emozionatissimo e pieno di stupore Woooooooooaaaahhwww

Ecco, lo volete un consiglio coi fiocchi? Dico davvero. Se deciderete di fare un viaggio fra i siti Maya del Messico e del Guatemala, tenete Tikal per ultimo.
In questo caso la frase fatta “Visto uno, visti tutti” è dannatamente vera. Non commettete l’errore di andare a Tikal come prima tappa del vostro viaggio o tutto ciò che vedrete dopo, inteso come sito Maya, perderà irrimediabilmente di fascino.



Poi la natura. Flora e fauna del Guatemala sono incredibili. La vegetazione fittissima, lussureggiante, quasi intatta e gli animali che coabitano in questo immenso polmone verde sono un patrimonio planetario che dovremmo a tutti i costi proteggere. Si tratta del secondo polmone verde in America dopo l'Amazzonia ed è il quinto polmone verde del mondo. Tikal è a 300 metri sul livello del mare e il suo nome significa Luogo delle voci e dei sussurri degli spiriti Maya e i suoni che si odono camminando nel fitto della foresta pluviale sono davvero affascinanti ed evocativi.

Vi lascio con una perla di Carlos e vi aspetto al prossimo post :)

"Chi va piano va sano e va lontano, 
torna a casa sano e salvo, 
chi va forte va alla morte, 
c'è più tempo che vita e finché c'è vita c'è speranza."  

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